Questa serata ha segnato una nuova tappa nella storia del Canova per vari motivi. In primis: il nostro ospite era reduce da un viaggio di grandissimo livello negli USA, dove con il Presidente Mattarella ed i vertici di Istituzioni ed altre importanti aziende ha visitato la culla della tecnologia, la Silicon Valley, e gli Hub di Innovazione che ospitano una serie di start-up e aziende italiane che stanno recitando un ruolo da protagonisti. Il secondo motivo: Francesco Starace, la cui agenda era stata stravolta da questo viaggio (impossibilitandolo ad essere a Milano per la nostra serata) ha voluto ribadire l’amicizia per il Canova, confermando la sua presenza sia pure in una modalità innovativa, la videoconferenza, avendo però un illustre ambasciatore in terra milanese nella persona di Carlo Tamburi, Direttore di Enel Italia. Ebbene questa esperienza, prima volta assoluta al Canova, è stata un autentico successo grazie alla collaborazione dei tecnici dell’Enel e alla tecnologia dell’Hotel Gallia (in particolare il grande schermo), che hanno consentito a Starace ed ai presenti di vivere l’incontro con la “partecipazione” degna dell’occasione. Infine (si fa per dire…) il contenuto del suo intervento, non certo una sorpresa per chi lo conosce, ha davvero “illuminato” il campo di gioco in cui sia muove una delle aziende italiane più importanti in assoluto, con le sue operazioni a livello globale: con la franchezza, la lucidità e l’ironia che lo contraddistinguono (con un focus sulla vision, non così comune nei grandi CEO), Francesco Starace ha illustrato la strategia che ha guidato le scelte dell’azienda negli anni della sfida globale e dello start-up nelle rinnovabili, fino all’attuale focus sulla digitalizzazione della rete e sulla mobilità elettrica con i conseguenti impatti sul sistema Paese. Ha poi parlato di trasformazione digitale, dell’impatto organizzativo e del cambiamento culturale delle persone Enel e dei clienti, esemplificandolo con l’aneddoto del premio sul “mio migliore sbaglio”. Non sono mancate citazioni personali, a partire dalla formazione milanese. Per finire con il fuoco di fila delle domande dell’audience, che gli ha dato modo, tra l’altro, di dimostrare la sua competenza di ingegnere nucleare. Insomma, quella che prometteva di essere una serata “al cardiopalma” per il Club, si è trasformata in un grande successo di pubblico (va dato atto ai Canoviani di non essersi fatti condizionare dall’annuncio della presenza remota) e di critica per il livello della conversazione e, di nuovo, per lo spirito di amicizia che l’ha pervasa. (Giovanni Contemi).