Era solo il 1990 e Tim Berners-Lee inaugura il Web , 1994 nasce la Play station, 1998 nasce Google, 2002 LinkedIn, 2004 Facebook., 2005 Youtube, 2019 c’è il lancio del 5G e, se sembra tanto tempo fa, non dimentichiamoci che per l’evoluzione umana è un tempo più breve di un battito di ciglia.
Il mondo è cambiato, è cambiato molto velocemente.
La rivoluzione digitale nasce da tre gesti che tracciano un nuovo campo da gioco: la digitalizzazione di testi, suoni, e immagini cioè la smaterializzazione, la realizzazione e diffusione di personal computer, tablet e smartphone, il mettere in contatto tutti i device in rete.
Non stiamo vivendo in una trasformazione tecnologica fatta di nuovi oggetti ma in una “insurrezione mentale” commenta Alessandro Baricco (nel libro The Game); se uno dei concetti più cari all’uomo analogico era la verità, ora diventa un concetto sfocato, mobile e instabile. Dall’icona che racchiude la nostra cultura e civiltà dell’”uomo-cavallo” si passa a “uomo tastiera schermo”. Il digitale quindi non è solo una tecnologia o una rivoluzione ma è un ambiente, un sistema connesso e complesso che riguarda tutti noi. Al momento nel mondo ci sono circa 4 miliardi di persone collegate alla rete e aumenteranno sempre di più attraverso molteplici e diversi devices (computer, telefonini cellulari, orologi, ecc.). Siamo in un mondo nuovo: leggero, veloce, immateriale, fluido abitato da nativi digitali, immigrati digitali e scettici. (Alessandra Zoia).